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Il Console a Monaco di Baviera, Sergio Maffettone, ci racconta la realtà italiana nel Sud della Germania.

Il dott. Sergio Maffettonea ha da poco celebrato il primo anno da Console a Monaco di Baviera e ci spiega la realtà tedesca in Baviera, dandoci prospettive e spunti interessanti per tutti coloro vivono e pensano di trasferirsi a Monaco.

Dottor Sergio Maffettone, da Napoli a Monaco di Baviera, da un anno, con l’incarico di Console Generale d’Italia. Qual è il bilancio di questo primo anno?

“Sicuramente è stato un anno impegnativo. Insieme ai miei colleghi della rete consolare in Germania, siamo impegnati a fronteggiare la mole crescente di italiani residenti nelle nostre circoscrizioni. L’incremento qui a Monaco di Baviera negli ultimi anni è stato notevole. Abbiamo avuto addirittura il record di numero di iscrizioni A.I.R.E. a livello tedesco, per cui siamo chiamati ogni giorno a soddisfare le esigenze di un numero crescente di italiani qui residenti, che si devono integrare, che hanno bisogno di assistenza, richiedono documenti come passaporti, carte d’identità e tutti i servizi correlati da quando nasce un bimbo a quando si sposano o divorziano. È, quindi, un impegno crescente a risorse costanti che ci vede impegnati in uno sforzo corale per offrire un servizio sempre più soddisfacente per l’utenza.

Questo primo anno di esperienza alla guida del Consolato si è rivelato particolarmente positivo sia dal punto di vista numerico, cioè del numero di pratiche espletate in tutti gli uffici, grazie all’impegno di tutti i colleghi, sia per le attività che giorno per giorno portiamo avanti sempre di concerto con l’Ambasciata d’Italia a Berlino. È stato un anno positivo anche per quanto riguarda i rapporti con la comunità italiana, che ho trovato gradualmente sempre più aperta interessata alle attività di promozione economica, commerciale e culturale organizzate dal Consolato; una comunità verso cui stiamo cercando di aprirci con i nostri social media.

Ci proponiamo di fungere da punto di riferimento per la collettività. Più volte abbiamo suggerito ai connazionali di unirsi in associazioni di categoria: ad esempio, un’associazione di ristoratori, di ingegneri, ecc…. Auspicheremmo anche la creazione di un’associazione dei giovani, a livello trasversale, che potrebbe aiutare sia i giovani a fare gruppo tra di loro, sia le aziende a pescare da un bacino di studenti sempre più motivati e qualificati in cerca di lavoro qui”.

Iscrizione A.I.R.E.: è obbligatoria, ci sono margini di tolleranza per chi non si iscrive? Sono in arrivo sanzioni per chi non lo fa?

“Allora: c’è sempre stato l’obbligo per gli italiani di iscriversi. Da questo punto di vista non è cambiato nulla, c’era l’obbligo prima e c’è l’obbligo adesso. L’iscrizione va fatta entro 90 giorni dal trasferimento in Germania, se si prevede che il soggiorno duri almeno un anno.

La novità, a partire dal primo gennaio 2024, è che sono state introdotte delle sanzioni per il mancato rispetto di quest’obbligo. Stiamo pertanto registrando in questi primi giorni un grande afflusso di persone che richiedono l’iscrizione all’ A.I.R.E. perché c’è il desiderio di mettersi in regola e di evitare di incappare in sanzioni.

Quello che stiamo verificando è che questa ondata di nuove iscrizioni, ovviamente, ci sta impegnando oltre modo perché dietro ogni singola iscrizione si cela spesso un intero nucleo familiare e quindi sono atti amministrativi che vanno compiuti in aggiunta a quelli fisiologicamente già in crescita.

Qual è la realtà della comunità italiana in Baviera?
A Monaco quella italiana è tra le più numerose, seconda solo a quella turca. In questo primo anno di permanenza a Monaco quali sono state le richieste più frequenti da parte degli Italiani e, soprattutto, com’è la condizione della comunità italiana qui? Ci sono fasce deboli che si rivolgono al Consolato anche per contributi e aiuti vari?

“Certo. Noi come Consolato siamo sicuramente impegnati sul piano sociale per fornire assistenza alle persone più bisognose. Naturalmente ci sono casi di connazionali indigenti che richiedono l´aiuto del Consolato e noi diamo sicuramente tutto il sostegno possibile; ci sono casi anche più complessi che coinvolgono famiglie, tribunali, carceri e per questo cerchiamo di affrontare tutto nel rispetto massimo del connazionale, per la sua reale tutela.

Possiamo dire che la tipologia di interventi è varia e cerchiamo di dare a tutti la massima assistenza”.

Cosa si sente di suggerire a un cittadino italiano che decide di trasferirsi in Baviera? Pro e contro

“Intanto suggerisco di trasferirsi solo dopo aver valutato bene quali siano le condizioni nelle quali ci si va a calare; non precipitarsi in Baviera sulla base del sentito dire, ma verificare in anticipo la possibilità di trovare un impiego, se esso è in grado di far sostenere un fitto e il costo della vita.

A Monaco di Baviera ci sono tante opportunità, ma i prezzi sono elevati. Mediamente i connazionali riescono a inserirsi, anche se all’inizio possono avere difficoltà nell’imparare la lingua tedesca.

Consiglio di valutare bene tutte le circostanze di ingresso nel territorio; di impegnarsi a studiare il tedesco come forma di integrazione in questa società; di evitare di frequentare solo italiani e di inserirsi prima possibile nella realtà tedesca.

Ovviamente noi come Consolato siamo a disposizione, anche con l’aiuto di altri organismi presenti sul territorio, come per esempio i Com.it.es. A tal proposito, sono previsti a cadenza regolare incontri di gruppi di assistenza ai connazionali soprattutto per i newcomers, cioè quelli appena giunti. Si tratta di sedute informative che vedono la partecipazione di esperti in vari settori della vita quotidiana, oltreché di persone che già hanno vissuto l’esperienza dell’arrivo in Germania.

Per rendere l’impatto meno gravoso è importante fare squadra. Ho partecipato a diversi di questi incontri e ho notato che spesso parlare, condividere episodi, magari riunirsi in associazioni, serve a evitare che i singoli che giungono qui si sentano soli, abbandonati e possano lasciarsi andare a fenomeni di depressione, acuiti anche dal clima che d’inverno non favorisce la socializzazione”.

Un’ultima domanda: i progetti per il 2024?

“Ci impegniamo intanto a soddisfare al meglio tutte le esigenze dei connazionali in termini di erogazione di servizi consolari; continuando anche a diminuire il tempo di attesa per ottenere l’appuntamento per passaporti e carte di identità.

Vogliamo, inoltre, rafforzare le attività di promozione economica, culturale e commerciale, per far conoscere ai tedeschi sempre di più l’Italia e le sue eccellenze, sia sul piano enogastronomico, sia a livello di design, industria, innovazione, cultura e ovviamente turismo. Le manifestazioni organizzate a tal fine sono rivolte anche ai connazionali residenti e sono molto apprezzate perché ci ritrovano un pezzo del nostro Paese.

È vero che qui non manca l’Italia: ci sono ristoranti, supermercati, ci sono tanti Italiani, ma spesso ci si può sentire soli. Quello che si potrebbe fare è forse un appello ai connazionali affinché cerchino di pensare sempre di più in termini di comunità, invece che da singoli. Questo aiuterebbe molto l’integrazione e lo spirito di gruppo, il fare squadra, che dicevamo prima.

Come Consolato vogliamo essere un punto di riferimento per gli italiani, soprattutto per quelli che hanno più problemi di integrazione. Abbiamo già organizzato vari eventi l’anno scorso ed anche quest’anno lo faremo. Il nostro auspicio è che la sede del Consolato possa essere luogo di incontro tra italiani; che diventi la «casa degli italiani»”.

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