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Bonus Rientro dei cervelli 2024: come funziona e requisiti

Bonus rientro dei cervelli per il 2024, la normativa e le informazioni che devi sapere se vuoi rientrare in Italia dall’estero.

Chi decide di rientrare in Italia con l’anno nuovo avrà sicuramente curiosità di conoscere tutte le novità che il governo ha previsto con la nuova manovra economica che affronta il tema del Rientro dei Cervelli 2024.

Il governo ha recepito infatti un’agevolazione rafforzata rispetto al passato e pari al 60% per tutti coloro che faranno rientro dall’estero con figli piccoli, oltre che per chi diventa genitore sul territorio nazionale tornando a risiedere appunto in Italia.

Le agevolazioni di cui tratteremo a breve avranno valore per un periodo di cinque anni e solo qualora i beneficiari non siano stati fiscalmente residenti in Italia per i tre periodi d’imposta precedenti al trasferimento. Questa disposizione mira a garantire che l’agevolazione sia effettivamente destinata agli espatriati che abbiano effettivamente trascorso un periodo significativo all’estero, disinnescando così trasferimenti fittizi di comodo.

Rientro dei cervelli requisiti

La legislazione approvata lo scorso 19 dicembre rende più stringenti le norme relative a tutti i vantaggi per i residenti all’estero che rientrano già da gennaio 2024. Stiamo parlando innanzitutto di una riduzione della tassazione pari al 50%, della quale sarà possibile beneficiare se ci si trova entro un limite di reddito pari a 600mila Euro, oltre che avendo il possesso di un particolare status di lavoratore dalla elevata qualificazione.

Come si può immaginare, requisito fondamentale in tema di rientro di cervelli sarà quello di applicarsi a tutti coloro decidono di trasferire la loro residenza fiscale in Italia. Per chi invece aveva già deciso di trasferire la predetta residenza entro il 31 dicembre 2023 continuerà ad applicarsi il precedente regime agevolativo.

Chi usufruirà del bonus rientro di cervelli decidendo però di tornare all’estero prima del termine previsto di cinque anni sarà tuttavia obbligato a restituire quanto ottenuto grazie agli sgravi fiscali, oltre a dover mettere in conto anche una maggiorazione legata al tasso d’interesse maturato dalle predette somme.

Tassazione rientro cervelli

Precedentemente all’intervento normativo gli incentivi per rientro di cervelli non prevedevano alcun limite di reddito ed avevano altresì una maggiore durata (addirittura fino a dieci anni, e non cinque). Gli sgravi fiscali rientravano in un pettine compreso tra il 70 ed il 90% (nel caso di ritorno in regioni del meridione d’Italia). Mentre ad oggi lo sgravio fiscale ammonta ad un 50%.

Ad ogni modo, come già accennato all’inizio, vi sono disposizioni particolari ulteriori per chi ritorna in Italia con almeno un figlio minore a carico. Tali individui infatti potranno usufruire di un’agevolazione rafforzata che sale al 60% dal 50% previsto chiunque altro rientrante dall’estero.

Tale incremento agevolativo si applicherà anche a coloro che diventeranno genitori o che adotteranno un minore durante la loro permanenza in Italia ed in corrispondenza della fruizione del regime specifico previsto per il rientro di cervelli dall’estero.

Per quanto concerne invece i lavoratori che rientreranno grazie ad un trasferimento aziendale infragruppo, essi avranno diritto ai predetti benefici solamente qualora il periodo di permanenza all’estero sia stato pari a sei periodi d’imposta e non invece solo tre come vale per tutti gli altri. Tale permanenza salirà ulteriormente a sette periodi d’imposta nel caso si sia impiegati in Italia dallo stesso datore di lavoro o da un datore di lavoro appartenente al medesimo gruppo societario.

La norma stabilisce dunque che il beneficio fiscale spetta ai cittadini italiani iscritti all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (AIRE), e a quelli che non sono iscritti all’AIRE purché siano stati fiscalmente residenti in un altro Stato ai sensi di una convenzione contro le doppie imposizioni sui redditi nel periodo di tre anni già specificato.

Come richiedere il bonus rientro cervelli

L’esercizio dell’opzione fiscale agevolativa, che diviene irrevocabile una volta effettuata la richiesta, si esercita in due modi: con richiesta scritta da presentare al datore di lavoro (in qualità di sostituto di imposta) affinché applichi le ritenute ridotte oppure, in alternativa, indicata direttamente in dichiarazione dei redditi nel caso in cui il datore di lavoro non abbia potuto riconoscere il beneficio.

Il contribuente che omette di richiedere al datore di lavoro l’agevolazione e non presenta una dichiarazione con riduzione dell’imposta, non potrà poi esercitare nuovamente l’opzione per il 2024.

La richiesta per l’agevolazione deve contenere: nome, cognome e data di nascita; codice fiscale; indicazione della data in cui la residenza fiscale è stata effettivamente trasferita in Italia; indicazione della permanenza della residenza in Italia alla data di presentazione della richiesta; l’impegno a comunicare tempestivamente al datore di lavoro ogni variazione della residenza o del domicilio; ed infine una dichiarazione di non beneficiare contemporaneamente di altri incentivi fiscali incompatibili con quello di cui in parola.

Consideriamo inoltre che la novella legislativa, a differenza del regime che era in vigore per il 2023, non prevede più alcuna proroga quinquennale qualora si diventi genitori o si decida di acquistare un immobile di tipo residenziale.

Pertanto, coloro che trasferiranno la residenza anagrafica nel 2024 potranno beneficiare del bonus per rientro di cervelli per tre ulteriori periodi d’imposta solo nel caso in cui siano divenuti proprietari di un immobile entro il 31 dicembre 2023 o, comunque, nei 12 mesi precedenti al trasferimento, di un’unità immobiliare residenziale qualificabile come “prima casa”.

Considerazioni finali sulle agevolazioni fiscali rientro cervelli

È chiaro come ogni agevolazione sia usufruibile solo da chi decida di intraprendere un impegno serio in senso di rientro dall’estero, come testimonia il requisito di mantenere la residenza fiscale nel Bel Paese per almeno cinque anni. Così facendo il Governo intende assicurare un contributo a quei professionisti rientrati che contribuiscono veramente alla crescita economica del paese.

Vanno notate inoltre le caratteristiche stringenti che deve avere la relazione con il nuovo datore di lavoro una volta rientrati, ossia un rapporto che tendenzialmente deve costituirsi con un nuovo datore di lavoro. La finalità di tale previsione è quella di promuovere non solo la quantità di lavoro, ma anche l’innovazione del relativo mercato.

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